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Ultime guide pubblicate

La lingua di Roma come strumento di affermazione politica: cenni al bilinguismo di ieri e di oggi

By: Lorenza Orlandini Posted in

Questa risorsa si basa sull’importanza del possesso di una competenza comunicativa consapevole e funzionale ai vari contesti d’azione, nel mondo attuale così come nell’antichità, importanza sottolineata attraverso una comparazione fra il bilinguismo antico e il bilinguismo odierno.
La proposta, finalizzata sia a recuperare e potenziare l’uso della lingua italiana sia ad acquisire progressivamente la consapevolezza del suo funzionamento, con la focalizzazione delle sue origini, attiva nel discente la coscienza linguistica.

 

 

Storia della lingua latina

By: Lorenza Orlandini Posted in

Nella costruzione di una comunità dei popoli europei che non sia una realtà meramente economica e oggi più che mai deludente e problematica, un’identità culturale comune ci appare veicolata, lungo i secoli, dalla lingua latina, al di là delle differenze etniche o nazionali e anche al di là di un’istituzione politica unitaria.

 

La grammatica latina

By: Lorenza Orlandini Posted in

La finalità che oggi ci si deve proporre con l’apprendimento della lingua latina è quella di riuscire a comprendere un testo scritto in latino, ad ottenere una competenza ricettiva (o passiva), limitata alla lingua scritta, a differenza di quanto è valido per una lingua moderna, di cui oggi vogliamo ottenere soprattutto la competenza produttiva (o attiva). Giocoforza, per ciò che il rinnovamento della tecnica dell’insegnamento valido per l’apprendimento di una lingua moderna non si mostri altrettanto funzionale per quello del latino. Ciò emesso, nel procedere alla definizione di un metodo per l’analisi della lingua latina, non si può notare che nel campo della linguistica, in quest’ultimo cinquantennio, valutato a livello teorico il principio di descrizione della lingua che era stato canonizzato nei secoli: risultata senz’altro produttiva prioritariamente l’analisi di tipo funzionale anziché formale della lingua, che consiste appunto nel centrare l’attenzione innanzitutto sul funzionamento globale del meccanismo linguistico, anziché nel presentare categorie formali che vengono progressivamente giustapposte. Risulta necessario, dunque, usare lo stesso modello almeno per la descrizione analitica dell’italiano e del latino. Soprattutto per lo studio di una lingua “morta” si dimostra vero quel principio metodologico secondo il quale lo studio delle seconde lingue (L2) non può non appoggiarsi sulla competenza e conoscenza riflessa della lingua madre.

Smonti-amo le parole: viaggio tra i pezzi “transformers”

By: Lorenza Orlandini Posted in

Il percorso intende portare gli alunni a considerare la parola come un meccanismo basato su una certa struttura capace di modificarsi e di generare forme diverse in base a variazioni e combinazioni abbastanza regolari e quindi conoscibili.
In questo senso l’evocazione, nel titolo e in un’attività, dei famosi robot “transformers” capaci di trasformare il loro aspetto, protagonisti di una svariata serie di produzioni caratteristiche dell’universo ludico dei ragazzi di oggi, serve ad avvicinare emotivamente gli alunni all’argomento del percorso, mostrando loro come, almeno per certi aspetti, esso abbia qualcosa in comune con il loro immaginario. 

L’ascolto per lo studio

By: Lorenza Orlandini Posted in

Il percorso affronta il tema dell’ascolto, abilità che spesso la scuola dà per scontata, anche quando si tratta dell’ascolto per lo studio.
Questo percorso inizia con una breve introduzione sull’ascolto, che non può prescindere dal parlato (v. Materiale di studio “Introduzione alla linguistica generale e italiana”, parti I e V).
Affronta poi gli scopi nelle conversazioni (scambiare informazioni, esprimere sentimenti, conoscere opinioni diverse, divertirsi, ecc.), le differenze fra sentire e ascoltare, le situazioni e le diverse modalità di ascolto, per arrivare al tema centrale, e cioè l’ascolto per lo studio.
In questo percorso vengono mostrate le diverse strategie da utilizzare per un ascolto attivo, utile per raggiungere gli scopi di ciascuno e, soprattutto, per studiare meglio, e vengono suggerite tecniche efficaci, quale ad esempio prendere appunti.
Le attività didattiche suggerite offrono degli spunti per il lavoro in classe: il docente può cercarne altre analoghe, crearne di simili o di diverse.
Nelle attività proposte gli alunni ascoltano testi letti dal docente, testi radiofonici, testi televisivi.

Dal parlato allo scritto

By: Lorenza Orlandini Posted in

Questo percorso vuole approfondire il tema dell’oralità affrontato nel Materiale di studio “Introduzione alla linguistica generale e italiana”, soprattutto per quanto riguarda le forme e i canali comunicativi, le caratteristiche del linguaggio verbale e non verbale, del parlato formale e informale, per arrivare alle differenze fra lingua parlata e lingua scritta.
Saper parlare (come saper ascoltare) è una delle abilità fondamentali dell’educazione linguistica. Nell’interazione verbale si costruisce un discorso comune: vengono attivati – in tempo reale – gli schemi degli scambi che si possono avere in una data situazione (cercando di capire, ad esempio, da dove vengono e che cosa pensano gli interlocutori) e sono messe in atto strategie (prendere la parola, cooperare, controllare l’efficacia di ciò che si dice) affinché la comunicazione abbia successo.
Il parlato ha una sua grammatica e caratteristiche sue proprie che sono diverse dallo scritto. I contesti di uso della lingua parlata e quelli della lingua scritta possono avere caratteristiche piuttosto diverse quando si tratta di parlato informale, e caratteristiche più simili nel parlato formale.
Le attività didattiche proposte in questo percorso hanno come scopo l’analisi delle modalità di comunicazione orali e scritte, la riflessione su di esse e sulle loro differenze.
Il percorso è scandito in cinque fasi, ognuna composta da più esercitazioni.

6+3menda di qnto sembri… ma tvb lo stss. Scrittura e nuovi media (fuori dall’aula?)

By: Lorenza Orlandini Posted in

Sms, chat, e-mail, creano una nuova dimensione temporale che annulla la distinzione di comunicazione sincrona e asincrona. Ognuno di questi strumenti fa spesso riferimento agli altri in rapporto a scopi comunicativi, contesto, disponibilità dell’interlocutore e al messaggio.
Sul piano linguistico la comunicazione “digitata” ricalca modalità del parlato, si pensi agli scambi di sms e alla pratica del quoting nella e-mail che spingono a produrre testi aperti in attesa della risposta dell’interlocutore.
Il docente, tralasciando il disappunto per nuove forme di lingua “non pure”, deve avere la consapevolezza di un’opportunità da cogliere e valorizzare a livello didattico, deve quindi conoscere i nuovi meccanismi di produzione linguistica e coinvolgere lo studente nell’analisi di queste forme espressive che non si sostituiscono a quelle classiche ma, alternandosi e integrandosi ad esse, rendono più ricche le modalità comunicative.
Da qui alcune attività da fare in classe con gli studenti per rendere anche la neolingua un oggetto di interesse didattico e di riflessione consapevole.
Attività: 
1) comunicazioni simulate con i nuovi media e riflessioni metacognitive; 
2) ricerca sul web di abbreviature in testi antichi, di emoticons, di simboli moderni (@, ©, ™, …), di abbreviazioni in L1 e LS (e LC);
3) ricerca di formule di apertura e chiusura in L1 e LS (e LC) per lettere, e-mail, chat;
4) produzione di testi scritti con registri più o meno formali.

La multimodalità nella comunicazione tra lingue e culture diverse

By: Lorenza Orlandini Posted in

Le attività proposte sono cinque, raggruppabili in due nuclei tematici: le prime tre riguardano le modalità prosodico-intonative della comunicazione, ovvero pause, lunghezza delle vocali, intensità e andamento melodico della nostra voce; le altre tre riguardano le modalità mimico-gestuali della comunicazione come i movimenti delle mani, delle braccia, delle spalle, gli sguardi e le espressioni del volto.
Tra le attività del primo gruppo può essere interessante leggere agli alunni un breve testo argomentativo e/o narrativo in cui siano completamente assenti le componenti prosodico-intonative. Dopo un’opportuna attività di brainstorming, gli alunni, guidati dal docente, reintegreranno quelle componenti fondamentali riflettendo sulla loro indispensabile funzione e sulla diversità della loro presenza e azione in testi di diversa natura.
Tra le attività del secondo gruppo può essere interessante proporre agli studenti un video di un talk show televisivo privato dell’audio. Attraverso un’osservazione e un’analisi guidata delle sole componenti mimico-gestuali dei parlanti, gli alunni dovranno ricostruire più informazioni possibile sulla natura e lo svolgimento del talk show (“Di che cosa stanno parlando?”, “Vanno d’accordo gli interlocutori?”, “C’è qualcuno che cerca di imporsi?”, “Quali sono i gesti e le espressioni prevalenti del volto?”). 

Soggetto e agente: fratelli gemelli?

By: Lorenza Orlandini Posted in

Nella definizione tradizionale di soggetto come “colui che compie l’azione o ciò di cui si parla” si tende a confondere funzione sintattica e ruolo semantico. Per evitare una presentazione della questione che possa creare dubbi e perplessità negli alunni è bene distinguere tra soggetti sintattici, logici, pragmatici (e in chiave didattica proporre frasi che mostrino agli alunni tale distinzione).
Per ottenere tale obiettivo partiamo da una disamina delle criticità nella definizione tradizionale di soggetto mediante la presentazione di verbi che indicano azioni, processi, proprietà, stati, relazioni, sensazioni e che determinano le funzioni del soggetto e le sue caratteristiche.
Le osservazioni vengono accompagnate da attività d’aula consistenti nell’individuazione di verbi che abbiano le diverse caratteristiche e/o nella creazione di frasi con verbi aventi le diverse caratteristiche.
Particolare attenzione viene riservata ai verbi di azione per far rilevare la differenza tra soggetto, oggetto, agente in frasi attive e passive, in modo da mostrare successivamente come si comportano gli stessi argomenti con altri tipi di verbi, gli intransitivi inergativi e inaccusativi.
Un ultimo paragrafo è dedicato al cosiddetto “soggetto psicologico” ovvero alla definizione di “Tema” e “Rema” negli enunciati segmentati.

Suoni-amo le parole: viaggio alla scoperta dei suoni della lingua italiana

By: Lorenza Orlandini Posted in

Il percorso intende sviluppare la consapevolezza del funzionamento del linguaggio verbale a livello fonetico e fonologico, potenziandone, così, anche l‘uso.

È composto da tre attività, riguardanti rispettivamente il funzionamento dell’apparato fonatorio umano, i fonemi dell’italiano e i loro simboli IPA, la formazione delle sillabe, ed è organizzato secondo un metodo dialogico, col quale l’insegnante, attraverso una serie di domande, cerca di condurre gli allievi a scoprire il più possibile da soli il modo in cui funzionano gli aspetti articolatori e combinatori del linguaggio verbale presi in esame. Il percorso è poi intercalato da esercizi e proposte di approfondimento da svolgere per lo più in coppia o a piccoli gruppi, anche in forma di gara, in modo da favorire la motivazione e l’apprendimento collaborativo.

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