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Ultime guide pubblicate

Non sempre due lenti fanno un paio di occhiali

By: admin Posted in

La risorsa è incentrata sulla costruzione – utilizzando comuni lenti da occhiali, reperibili a poco prezzo nei negozi di ottica – di un telescopio con caratteristiche e prestazioni analoghe a quelli realizzati e utilizzati da Galileo. A dispetto della sua semplicità ed economicità, lo strumento consente di replicare molte delle celebri osservazioni astronomiche che lo scienziato pisano effettuò a partire dall’autunno del 1609.

Obiettivi:
• Eseguire osservazioni e scoprire l’importanza di formulare ipotesi per spiegare i fatti e i fenomeni osservati.
• Organizzare correttamente le osservazioni e pianificare semplici attività di investigazione.
• Saper raccogliere e ordinare dati sperimentali.
• Imparare a annotare sistematicamente le osservazioni compiute al fine di poterle analizzare proficuamente in tempi successivi.
• Elaborare ipotesi sulla base dei dati raccolti e delle conoscenze personali e formulare proposte di esperimenti atti a verificarle.
• Conoscere ed apprezzare il percorso storico di alcune delle conoscenze scientifiche apprese, riconoscendo l’importanza dei contesti culturali e sociali.

Competenze:
• Saper ricavare informazioni da fonti diverse.
• Saper valutare l’attendibilità delle informazioni trovate.

Tempo medio per svolgere il percorso in classe: 37 ore (25 per la realizzazione del telescopio e l’attività di osservazione della Luna, più 12 per l’attività di osservazione del Sole).

Prova di valutazione correlata:
Luci, ombre, penombre (di A. Salomone)

Quanto è grande la Terra?

By: admin Posted in

Dopo aver tracciato una breve storia delle tappe fondamentali che hanno condotto all’acquisizione dell’idea di sfericità della Terra – una nozione ben consolidata su basi osservative, almeno a partire dall’epoca di Platone – la risorsa fornisce le indicazioni di base per poter replicare, avvalendosi del web e di un apparato estremamente semplice, la celebre misura della circonferenza terrestre compiuta da Eratostene di Cirene nel III secolo a.C.

Obiettivi:
• Identificare domande alle quali si può dare una risposta attraverso un procedimento scientifico.
• Organizzare correttamente le osservazioni e pianificare semplici attività di investigazione.
• Saper seguire semplici misure dirette e indirette e saper utilizzare le unità di misura del Sistema Internazionale adeguate al problema.
• Essere consapevoli del carattere approssimato delle misure.
• Saper descrivere correttamente i dispositivi usati, le osservazioni o le misure effettuate, i risultati ottenuti.
• Conoscere ed apprezzare il percorso storico di alcune delle conoscenze scientifiche apprese, riconoscendo l’importanza dei contesti culturali e sociali.
• Saper ricavare informazioni da fonti diverse.

Competenze:
• Strumenti per osservare, misurare, manipolare: come funzionano, come si costruiscono.

Prova di valutazione correlata:
Quanto è grande la Terra (a cura di M. Altieri)

Esperienze di fisica nel ‘700

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Può un argomento scientifico diventare un’occasione di approfondimento e divertimento? Fino a qualche tempo fa i termini “scienza” e “divertimento” erano considerati difficilmente accostabili. Per fortuna quest’opinione sta lentamente cambiando per lasciare posto all’idea che la scienza può essere appassionante, coinvolgente e soprattutto comprensibile. Quest’opinione non è un’acquisizione dei tempi moderni, ma affonda le radici nel Settecento e, nel caso specifico della Toscana, all’epoca in cui il Granducato era governato da Pietro Leopoldo di Lorena.

Il peso dell’aria e del vuoto

By: admin Posted in

Secondo la fisica aristotelica parlare di “spazio vuoto” suona come una contraddizione in termini: lo spazio è infatti concepito come l’estensione stessa dei corpi, siano essi composti di aria, acqua, terra o fuoco, per quanto riguarda i corpi terreni o di etere per quanto riguarda i corpi celesti.
Lo spazio è inscindibile dal corpo che lo occupa, senza corpo non c’è spazio, senza spazio non c’è corpo.

Tavole chimiche

By: admin Posted in

“Così mi sono messo a riunire […] gli elementi analoghi e i pesi atomici vicini, la qual cosa mi condusse rapidamente alla conclusione che le proprietà degli elementi sono in rapporto periodico con il loro peso atomico”.
Con queste parole il chimico russo Dmitrij Ivanovič Mendeleev (1834-1907) ricordava la sua scoperta di una relazione tra le sostanze, la legge di periodicità, con la quale classificava gli elementi chimici, i vari tipi di atomi presenti in natura, sulla base del loro peso atomico e gli permetteva di distinguerli in gruppi con proprietà simili. Un aspetto importante di questa classificazione, che la distingueva da tutti i tentativi fatti in precedenza, era il fatto che si basava su una grandezza fisica determinabile sperimentalmente qual è il peso atomico.

La meccanica di Galileo

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L’umanità non progredirebbe se gli allievi non sopravanzassero mai i maestri. Il cosmo aristotelico che si proponeva al giovane Galileo era semplice: la Terra immobile al centro dell’Universo, composta di quattro elementi: aria, acqua, terra e fuoco. I cieli le girano intorno, distinti in diverse sfere, composti di etere, o “quintessenza”. I corpi celesti sono eterni e incorruttibili, e sono animati da moti circolari, eternamente uguali a loro stessi. I corpi terreni, invece, sono corruttibili e soggetti a disfacimento e animati da moti rettilinei. Verso l’alto, sursum, il fuoco, che tende verso il suo luogo naturale che è nei cieli. Verso il basso, deorsum, la terra e l’acqua, che tendono verso il loro luogo naturale che è il centro della Terra e dell’Universo. L’aria non si muove (se non in orizzontale, come vento) perché si trova nel suo luogo naturale. Riguardo al modo in cui i corpi cadono verso terra, essi vanno con una velocità che è tanto più grande quanto più pesante è il corpo, e tanto più piccola quanto maggiore è la resistenza offerta al moto dal mezzo in cui il corpo cade. Dunque, un sasso cadrà nell’aria più velocemente che nell’acqua.
Nessuna di queste affermazioni rimarrà la stessa dopo Galileo. Riguardo al posto occupato dalla Terra nell’Universo, non più al centro; riguardo la natura dei corpi celesti, assai più simili a quelli terrestri; riguardo al modo in cui i corpi cadono verso terra, e molto altro ancora.

Scuole sostenibili

By: admin Posted in

L’adesione ai principi della sostenibilità si sta sviluppando in molteplici realtà; ne sono un esempio le imprese, gli enti di governo del territorio (ad es. comuni, province, parchi naturali, ecc.) e le organizzazioni che hanno intrapreso i percorsi per ottenere le diverse certificazioni ambientali (ad es. ISO 14001, EMAS). Le scuole, in primis, rivestono un ruolo fondamentale nel processo di diffusione di una nuova mentalità in questa direzione.
Obiettivo del Materiale di studio “Scuole sostenibili” è quello di supportare una proposta rivolta alle strutture scolastiche in grado di promuovere l’integrazione dei principi della sostenibilità all’interno dei singoli contesti. Ciò si concretizza con l’idea di dare impulso a una “scuola ecologica”, che intende avere come riferimento un approccio molto ampio, in grado di coinvolgere diversi livelli dell’organizzazione scolastica: quello tecnico, quello socio-organizzativo e quello pedagogico-didattico.

Un organismo modello: la Drosophila melanogaster ovvero il comune moscerino della frutta

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Disporre in classe di un vasto repertorio di organismi come piante, animali, muffe, batteri, significa disporre di un contesto sperimentale dove, con lenti diverse e in tempi diversi, è possibile condurre continue osservazioni e riflessioni su sistemi complessi. 
Sistemi complessi caratterizzati da un altissimo numero di elementi interagenti e organizzati in unità subordinate che hanno azioni di regolazione, meccanismi di retroazione e il cui funzionamento o prestazione emerge come prodotto dell’insieme, non riconducibile alla somma di funzionamenti parziali quali relazioni tra organismi e cicli vitali, continuità della vita, modelli di ambienti, tra organismi e tra organismi e ambiente. È possibile fare ipotesi e verificarle, osservare a varie scale di ingrandimento, misurare e confrontare. È possibile individuare costanti e variabili tra le specie e nelle specie. È possibile infine studiare il fenomeno “vita” in condizioni semplificate.

Un sistema modello: l’acquario in classe

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Un acquario è un modello di ecosistema. Per allestirlo è necessario studiare gli ambienti da ricostruire, le esigenze ecologiche delle specie da ospitare, la qualità delle acque, la biologia riproduttiva dei vegetali e degli animali acquatici. Per la gestione bisogna alimentare i pesci, controllare diversi parametri chimico-fisici, pulire le pareti, potare le piante. Quando in classe c’è un acquario, i ragazzi si incantano nell’osservare i pesci, i loro movimenti, i colori, nel cogliere gli eventi buffi e tragici, provano sentimenti di tenerezza, desiderio di prendersi cura di esseri viventi; si interrogano, formulano ipotesi, colgono le strette relazioni fra viventi e fra viventi e ambiente, sviluppano e affinano le loro capacità di cogliere e interpretare la complessa rete di relazioni e i processi di trasformazione in atto. 
Imparare a “leggere l’ambiente” significa saper individuare parametri, variabili, costanti, caratteristiche, fattori, relazioni. Si tratta di relazioni tra elementi plastici, di relazioni complesse in cui il binomio causa-effetto, spesso non facilmente rintracciabile, a volte semplicemente non c’è, perché una tipica caratteristica dei sistemi complessi è che la risposta finale a una perturbazione esterna non è mai totalmente prevedibile, cioè non è mai totalmente deterministica.

Uno stimolo modello: la vita in un pugno di terra

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Raccogliere materiale “comune”, di facile reperibilità e soprattutto legato all’esperienza dei ragazzi: anche una zolla di terra rappresenta uno stimolo modello di grande potere e straordinaria versatilità didattica.
Non è un oggetto misterioso: si partecipa al prelievo, si comprende che i fenomeni della vita sono in atto ovunque, che la visione scientifica è una lettura della realtà, anche di quella che è costantemente sotto i propri occhi e che interessa la vita quotidiana; la scienza è intesa come sistema di interpretazione della realtà.

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