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Didattica 2.0: metodologie e tecnologie web 2.0

By: redazione Posted in
Clicca sopra per accedere alla narrazione dell’esperienza nel formato multimediale o testuale.



[…] Web 2.0 (e di conseguenza Didattica 2.0,che è quello che ci interessa) è un termine ambiguo e polivalente, che si presta a improprie enfatizzazioni. Il nostro compito è quello di una valutazione informata e critica sia dei termini sia della realtà evocata. Lo faremo per approssimazioni successive, riferendoci più in specifico a ciò che ci interessa per una Didattica 2.0.


In questa risorsa Paolo Davoli descrive le caratteristiche e gli strumenti del cosiddetto «Web 2.0» per poi presentare, passando per l’esperienza pedagogica di Don Milani, il possibile utilizzo di alcuni di questi strumenti (blog, wiki, cloud computing, social netwok) nella pratica didattica.


Argomenti: Web 2.0, didattica 2.0, collaborazione tra pari, didattica attiva

Utilizzare il web nella scuola: la “comunicazione scuola/famiglia”

By: redazione Posted in

Il caso si pone il problema di migliorare i rapporti scuola/famiglia attraverso l’uso delle ICT, in generale, e del web, in particolare, grazie all’individuazione di una tipologia di strumenti di comunicazione digitale a distanza (presentati dal più semplice al più complesso) che consentano di facilitare le relazioni tra docenti e famiglie degli studenti.

Parole chiave: registro, voti, valutazioni, colloquio, social network, famiglia, registro elettronico, mailing list, Facebook, forum.

La conoscenza tra rete e classe: un percorso per gli studenti. Ricercare, selezionare, valutare e organizzare le risorse

By: redazione Posted in

La straordinaria molteplicità di risorse didattiche e scientifiche che la rete rende disponibile richiede, per poter essere utilizzata con profitto, capacità critiche e di approfondimento dei contenuti.
Attraverso tre ipotesi, l’attività mostra tre percorsi modulati secondo un differente uso delle tecnologie; l’obiettivo è quello di integrare l’uso della rete in una pratica di studio condotta anche attraverso altri mezzi, indicando l’adozione di una metodologia di ricerca che eviti un uso superficiale e frammentario delle fonti.
L’attività qui presentata, attraverso l’esperienza di una classe secondaria, può essere facilmente adattata ai tre cicli didattici. 

Parole chiave: ricerca in rete, condivisione online.

Gestire un progetto sfruttando strumenti web 2.0

By: redazione Posted in

In quest’attività viene proposta una modalità per risolvere un problema di coordinamento e gestione di progetti, sia dal punto di vista organizzativo che documentale applicando alcuni criteri di knowledge management. In modo particolare vengono proposte applicazioni web 2.0 per creare cartelle e documenti condivisi e per gestire calendari e appuntamenti, nell’ottica di rendere maggiormente efficaci i processi e promuovere la costruzione di una documentazione digitale come capitale intellettuale di una scuola.

Parole chiave: condivisione, continuità, gestione, comunicazione, documentazione, Doodle, Google Gruppi, Google Calendar, Google Drive.

Schoolbook: il knowledge management a scuola con i social network

By: redazione Posted in

«Knowledge management» è un’espressione coniata nel 1986 da Karl Wig in occasione di una conferenza tenuta dall’Organizzazione Internazionale dei Lavoratori delle Nazioni Unite, unendo due parole inglesi: «knowledge» (nel nostro caso traducibile come «conoscenza») e «management» (da to manage, «gestire», «coordinare»). Che cosa significa, però, gestire la conoscenza? Il knowledge management nasce dall’esigenza di trovare una modalità di gestione non solo della conoscenza esplicita – ossia quella documentata e facilmente accessibile purché ci sia volontà informativa e professionale del lavoratore – bensì anche della cosiddetta conoscenza tacita, che ciascuno di noi sviluppa nel corso della propria esperienza, ma che spesso non sa o dimentica di aver maturato, oppure ne è consapevole ma non sa come trasmettere agli altri colleghi affinché possa dare a sua volta spunti nuovi e originali.

Parole chiave: knowledge management.

Uno, nessuno, centomila… autori: la scrittura collettiva ai tempi del web 2.0

By: redazione Posted in

Per Don Lorenzo Milani la pratica della scrittura collettiva era un momento di autoeducazione per eccellenza, da cui nessun ragazzo doveva rimanere escluso. La scrittura collettiva è infatti «una pratica che rivaluta i timidi, ridimensiona i presuntuosi, educa gli avari alla generosità […]. Quando un’idea diviene oggetto di discussione non è più del singolo che l’ha espressa, ma appartiene al gruppo».
Con questa attività s’intendono analizzare alcuni strumenti di scrittura disponibili in rete, caratteristici e caratterizzanti il web 2.0 che possono essere utilizzati per “tradurre” in digitale il metodo dei monti e dei monticini teorizzato e applicato da Don Milani alla Scuola di Barbiana e illustrato dettagliatamente nel suo libro Lettera a una professoressa (1967).

Parole chiave: scrittura collaborativa, web 2.0, wikispaces.

Il testo sullo schermo II

By: redazione Posted in

Nel volume Lo stile del Web, Franco Carlini parlava di «trionfo della parola» anche sulla rete, dimostrando come, nel corso dei secoli, nonostante la presenza di discontinuità palesi, la lingua scritta non sia stata soppiantata dall’uso di altre forme espressive e comunicative. Qualche anno è passato dalla pubblicazione di questo illuminante volume e qualcosa sta cambiando, anche se la parola continua a rappresentare uno degli strumenti di comunicazione più efficaci ed economici. Per assolvere a vecchie e a nuove funzioni che le sono affidate, il testo scritto si aggiorna, recuperando un’attenzione nuova allo stile e valenze visive, troppe volte trascurate. 

Parole chiave: testo, linguaggio, tecnologia.

I linguaggi multimediali nella didattica II

By: redazione Posted in

Per ragionare di linguaggi multimediali è necessario passare attraverso una definizione di media digitali che possiamo intendere sia come «media nuovi che (ri)producono contenuti digitali, sia media già esistenti che sono stati modificati in digitali, trasformando il loro linguaggio e le loro forme espressive». Questa operazione si configura come una «rimediazione» ovvero una vera e propria “traduzione” da un medium, in genere lineare e cartaceo, a uno fluido e, per propria natura, reticolare e interattivo. Queste forme di “prestito” e relazioni tra mezzi di comunicazione non sono affatto nuove, lo stesso McLuhan nel 1964 affermava che «il contenuto di un medium è sempre un altro medium. Il contenuto della scrittura è il discorso, così come la parola scritta è il contenuto della stampa e la stampa quello del telegrafo».

Parole chiave: linguaggi multimediali, media digitali, affordance, rimediazione.

Buone pratiche di documentazione multimediale II

By: redazione Posted in

Nell’anno scolastico 2007-2008, il II circolo didattico di Termoli decide di adottare un metodo pedagogico molto particolare: il metodo «Senza zaino», ideato dal professor Marco Orsi e promosso da vari enti pubblici, tra cui Indire.
Oltre alla puntuale descrizione testuale dell’esperienza – il cui target è principalmente la classe insegnante – i docenti hanno realizzato un video con la tecnica della docu-fiction – il cui target sono i docenti non partecipanti al progetto, i genitori e gli stessi alunni.
La proposta operativa per i corsisti è quella di analizzare la documentazione allegata dai docenti con particolare riferimento al video che illustra gli elementi significativi dell’esperienza.

Parole chiave: documentazione multimediale, docu-fiction, video, edilizia scolastica, circolazione della conoscenza, Audacity, Picasa, Movie Maker, GOLDVideo.

Studiare scienze? Un gioco da ragazzi!

By: redazione Posted in

La simulazione, soprattutto nella didattica delle scienze, costituisce una strategia sicuramente apprezzata da docenti e studenti. Nel panorama italiano varia, vasta e accreditata è la letteratura su questo tema e connotata da una peculiarità che potremmo definire come una sorta di “ritorno alle origini”. Se teniamo infatti presenti studi tanto datati quanto recenti (Parisi, 2003; Antinucci, 2001; Cangià, 2007, 2009) la simulazione, l’educazione scientifica e il game based learning si possono coniugare nell’uso didattico dei videogiochi.
Questo non può che richiamare alla nostra mente uno dei primi videogiochi: «Tennis for Two», che aveva come scopo quello di far “provare” o “simulare” (scegliete voi: il confine diventa labile!) a orde di annoiati visitatori del «Brookhaven National Laboratory» (http://www.bnl.gov) l’effetto della forza di gravità.
Se i videogiochi sono nati per spiegare una forza fisica, perché non farli tornare al loro scopo originario?

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