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Ambiente di apprendimento, risorse e limiti – Learning context: resources and limits

By: admin Posted in

Tematica affrontata: ambiente di apprendimento: risorse e limiti.

La risorsa, articolata in tre fasi, invita a riflettere sul significato dell’espressione “ambiente di apprendimento” e sulle relative componenti “reali” (la scuola, l’aula, le attrezzature, le opportunità offerte dal territorio, ecc.), mentali (il carattere degli allievi, il loro vissuto, il loro bagaglio culturale, ecc.), virtuali (il web) legate al docente (metodo di insegnamento, capacità professionali, ecc.) o al discente. Ognuno di questi fattori influisce in varia misura sul processo di apprendimento dell’allievo e il confluire di due o più di questi fattori può determinare il fallimento o il successo dell’azione didattica. Alla fine del percorso il docente avrà acquisito la capacità di:
– interpretare correttamente il significato dell’espressione “learning context”;
– valutare il proprio contesto scolastico nelle sue varie varianti;
– utilizzare il web quale risorsa di insegnamento;
– valutare l’apporto delle nuove tecnologie nelle pratiche di insegnamento;
– promuovere la sperimentazione e l’uso di nuovi spazi di apprendimento attraverso l’utilizzo dei nuovi media;
– pianificare un percorso di apprendimento che sia innovativo e più attinente alla sensibilità dei giovani discenti;
– lavorare “in squadra” collaborando con altri colleghi in presenza o in rete;
– elaborare un progetto CLIL su argomenti di interesse generale;
– progettare una griglia di valutazione. Il percorso è in grado di promuovere negli studenti:
– una partecipazione più attiva alle attività didattiche;
– lo sviluppo della loro creatività;
– un uso corretto degli strumenti multimediali;
– la capacità di lavorare in gruppo (reale o virtuale) collaborando e suddividendosi i compiti;
– l’osservazione delle regole del vivere civile, l’auto-controllo e il rispetto per gli altri;
– l’autonomia di apprendimento; – la consapevolezza della dimensione europea della cultura.

Progettare il sillabo – Planificación del syllabus

By: admin Posted in

Tematica affrontata: progettare il sillabo.

La risorsa verte sulla progettazione del sillabo e si suddivide in tre fasi:

Prima fase – Si propone un’attività di accompagnamento nella lettura della bibliografia, al fine di far propri alcuni concetti chiave come “competenza generale” e “competenza linguistica”, nonché di conoscere il profilo di livello A1 del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue (insegnamento, apprendimento, valutazione) per avvicinarsi ai contenuti didattici ivi racchiusi. Si passa quindi all’analisi delle Indicazioni per il curricolo e in particolare alla lettura ragionata dei traguardi e degli obiettivi didattici relativi alla seconda lingua comunitaria.

Seconda fase – Dopo l’analisi della teoria si passa all’applicazione pratica guidata: dapprima si propone di osservare insieme agli alunni il sillabo di un libro di testo di livello A1 per il primo anno della scuola secondaria di primo grado; si passa poi a scoprire i contenuti del sillabo su cui si basa un’attività didattica partendo proprio dall’osservazione e dall’analisi di quest’ultima; si procede poi alla creazione del sillabo per un’unità didattica (o modulo) di un’attività di CLIL.

Terza fase – Si è ormai in grado di creare un sillabo circoscritto e si viene invitati a lavorare in totale autonomia alla creazione del sillabo per un’attività guidata da sperimentare in classe.

Incontriamo il dialetto

By: Lorenza Orlandini Posted in

La risorsa parte dall’assunto che gli apprendimenti linguistici necessitano di strategie innovative. Proprio verso tale direzione, e tenendo conto di quanto il mondo musicale sia una parte importante della vita dei giovani, si muovono le attività progettate che prevedono all’inizio l’ascolto di brani musicali dei Sud Sound System, gruppo musicale salentino). La successiva analisi di alcuni termini dialettali contenuti nei brani offrirà al docente sia la possibilità di affrontare costruttivamente con la classe una riflessione significativa sui dialetti sia di introdurre il discorso sulla lingua pugliese e in particolar modo sul grecanico, utilizzando slides e ipertesti. La visione del film LaCapaGira di Piva, con il relativo lavoro di analisi e discussione dei termini dialettali presenti nel film insieme alla creazione di un glossario dei termini dialettali pugliesi – suddivisi in categorie – e alla presentazione di una cartina linguistica della Puglia completeranno il percorso in cui non mancheranno le valutazioni in itinere, relative ad ogni step e la valutazione sommativa finale, assolutamente e rigorosamente coerenti con gli obiettivi proposti.

 

Dialoghiamo con il dialetto

By: Lorenza Orlandini Posted in

La risorsa parte dall’assunto che gli apprendimenti linguistici necessitano di strategie innovative. Proprio verso tale direzione si muovono le attività progettate che prevedono all’inizio la visione del video de La giara con il docente che invita gli studenti a riferire i termini dialettali ascoltati durante la visione e a discuterli. Successivamente, attraverso ricerche nell’ambito familiare, con giochi di ruolo, si invitano gli studenti ad interpretare personaggi della tradizione popolare, riferendo in particolar modo filastrocche, proverbi, modi dire, canzoni. Il docente propone agli studenti brevi cenni sul dialetto in genere e sulla lingua siciliana, attraverso slides e ipertesti e propone agli studenti di creare un glossario dei termini dialettali siciliani, suddivisi in categorie: mestieri, cibi, toponimi, soprannomi.
Partendo poi dalla visione del film Baarìa di Tornatore, si propone l’analisi dei termini dialettali presenti nel film con discussione in classe. In un successivo momento di riflessione il docente propone agli studenti, con una cartina linguistica della Sicilia, un percorso attraverso le canzoni popolari della regione. Alla fine del percorso gli studenti indicheranno dieci parole chiave per loro significative, motivandone la scelta. Tutte le attività sono costantemente monitorate attraverso apposite verifiche; nell’ultima gli studenti producono un testo in 15 righe sulle tematiche principali della risorsa.

Il tempo della parola: gioco e festa nel dialetto calabrese

By: Lorenza Orlandini Posted in

La Calabria, quale estrema punta d’Italia, è stata terra d’approdo per dominatori, viaggiatori e popoli migranti. In questa prospettiva, la regione ben risponde a quanto già evidenziato per l’intera penisola, ossia “spazio” privilegiato di commistione etno-linguistica al centro del Mediterraneo (v. Materiale di studio “Storia della lingua italiana”). Seguendo la classificazione dei dialetti italiani (v. Materiale di studio “Dialetti e altri idiomi d’Italia”) è possibile notare l’appartenenza della regione a due aree geolinguistiche, una dei dialetti centro-meridionali, l’altra dei dialetti estremi. Perché, per esempio, per indicare la “mela” si usa “milu” nella Calabria settentrionale e “pumu” nella Calabria meridionale? oppure per “goccia”, “gutta” e “stizza”, e così via? Gli esempi potrebbero continuare. Inoltre, a conferma della varietà linguistica della regione, si riscontra la presenza di minoranze linguistiche: arbëreshë, occitani e grecanici. A partire da queste constatazioni, e in riferimento agli studi di Gerhard Rohlfs – “Nuovo dizionario dialettale della Calabria”, “Scavi linguistici nella Magna Grecia”, ecc. – la risorsa intende lavorare sul lessico, la sintassi e l’origine della diversificazione dell’idioma calabrese (greca, latina, araba, francese, spagnola) utilizzando altresì la lingua come strumento di espressione storico-culturale. Per favorire lo sviluppo del percorso sono previste le seguenti attività:
1. indagine etimologica;
2. ricerca “sul campo” (piccoli esploratori) e “a tavolino” (analisi);
3. mappatura geografica di classi di parole legate al ciclo dell’anno (feste) e ai giochi;
4. schedatura, conservazione e presentazione dei dati.

Progettare il sillabo – Élaborer le syllabus

By: admin Posted in

Tematica affrontata: progettare il sillabo.

Questa risorsa si propone innanzitutto di definire la nozione di “sillabo” in ambito didattico.
In una seconda fase si cercherà poi di far riflettere l’insegnante sull’articolazione delle diverse componenti di un sillabo, secondo i paradigmi comunicativi e gli elementi morfosintattici e culturali che lo compongono, e di vedere nella pratica di classe quale contributo possono portare alcuni documenti di riferimento realizzati a livello nazionale e europeo: fra questi soprattutto le Indicazioni nazionali per il curricolo e il Quadro comune europeo di riferimento per le lingue. Nella fase finale verranno forniti all’insegnante elementi per elaborare un breve percorso da sperimentare in classe, in modo da mettere in pratica quanto acquisito nelle fasi precedenti.

“C’era una volta…” Lo cunto de li cunti da Giambattista Basile a Walt Disney

By: Lorenza Orlandini Posted in

La risorsa sceglie la fiaba come strumento educativo nella prospettiva di un confronto tra la narrazione fantastica odierna, veicolata dal linguaggio cinematografico (come le trasposizioni filmiche di Walt Disney), e la scoperta della fonte narrativa quale espressione di un sostrato popolare europeo che, nella tradizione napoletana, ha il suo più noto rappresentante in Giambattista Basile e ne Lo cunto de li cunti overo lo trattenemiento de’ peccerille (1634-1636), più noto come Pentamerone (1674).
Le fiabe di Basile – La Gatta CennerentolaCagliusoPetrosinella, solo per citarne alcune – rappresentano un importante nucleo tematico che ritorna in raccolte successive e note della letteratura popolare europea, come I racconti di mia mamma l’Oca di Charles Perrault o le fiabe dei fratelli Grimm, che grande ruolo hanno avuto nel nutrire l’immaginario infantile. Gian Alessio Abbattutis, “maschera anagrammatica” di Basile, con cui firma le sue opere in dialetto, opera una scelta linguistica consapevole: sottrae la lingua napoletana al dominio esclusivo dell’oralità e fa de Lo cunto un importante esempio di letteratura riflessa.
A partire da queste osservazioni attorno al Pentamerone, la risorsa promuove la conoscenza del patrimonio dialettale della storia letteraria e si pone come obiettivo quello di far conoscere la varietà e la ricchezza idiomatica presente sul territorio (v. quanto riportato nelle Indicazioni nazionali) per superare eventuali condizionamenti pregiudiziali di inferiorità della lingua dialettale (v. Materiale di studio “Dialetti e altri idiomi d’Italia“, par. Pregiudizi sul dialetto). Utilizzando, inoltre, lo straordinario potere di trasformazione della tipologia fiabesca – come ha ben insegnato la “fantastica” di Gianni Rodari – l’attività costruisce un ambiente di apprendimento in veste ludica e laboratoriale che salvaguarda “la naturale disposizione dell’alunno al gioco e all’invenzione” (dalle Indicazioni nazionali).

Dialetti e altri idiomi d’Italia

By: Lorenza Orlandini Posted in

Il Materiale di studio propone un quadro del panorama linguistico dell’Italia odierna con un particolare affondo sulle regioni dell’Obiettivo Convergenza coinvolte nel progetto PON (Campania, Calabria, Sicilia e Puglia).

Questi gli argomenti trattati nel Materiale di studio:
– la definizione di dialetto;
– la differenza e convivenza di italiano e dialetto e analisi di alcuni preconcetti sul dialetto;
– la classificazione dei dialetti, con approfondimento su alcuni aspetti particolari (zona Lausberg, l’impopolarità dell’infinito nel siciliano, ecc.);
– la nuova dialettalità, risorgenza dialettale che coinvolge la comunicazione digitale, la musica, il linguaggio giovanile, ecc.;
– il rapporto tra italiano e dialetto, tra i quali esistono varietà intermedie.

In generale, negli ultimi tempi si nota una tendenza alla valorizzazione e alla tutela dei dialetti e dell’italiano regionale e una discreta attenzione rispetto al patrimonio linguistico italiano.

Come ti racconto il Medioevo

By: Lorenza Orlandini Posted in

Il confronto con il testo scritto e con le sue caratteristiche formali apre una pluralità di scenari nello studio dell’italiano e, in modo trasversale, su tutte le discipline. La comprensione del testo è dunque iniziale e propedeutica ad ogni forma di apprendimento, proprio perché si leggono i “testi in classe”, si studia sui “libri di testo”. Ma nel tessuto testuale vi sono già i segnali per la sua decodifica: l’osservazione della coerenza logica e argomentativa di un breve saggio o la riflessione sui legamenti semantici di un racconto costituiscono per l’alunno un utile strumento ai fini di una “imitazione produttiva” dei diversi modelli che qui vengono proposti. La risorsa è quindi strutturata cogliendo l’utilità trasversale dei testi scritti e la loro convergenza lungo l’asse di un filo conduttore che è il Medioevo. Partendo da alcuni testi narrativi e da esempi tratti da materiali di studio, la risorsa si propone di affrontare la concretezza del tessuto testuale attraverso i criteri della coerenza e della coesione che verranno quindi analizzate per comprendere le connessioni e il funzionamento del testo scritto e per consentire agli alunni di predisporre in modo efficace la loro capacità di elaborazione scritta.

 

Le poche e forti parole della poesia

By: Lorenza Orlandini Posted in

In questa risorsa si intende proporre al docente e, di conseguenza agli studenti, una serie di attività centrate sull’analisi di due testi poetici di Ungaretti, da cui ricavare, tramite la ricognizione dei tratti linguistici di superficie, la natura del messaggio poetico.
La risorsa trae la sua idea guida dalla convinzione che il linguaggio lirico, e in particolare quello del Novecento, ha per scopo, come affermato da Montale, “la condizione umana in sé considerata”.

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