Didattica della mediazione linguistica
ll contributo intende offrire spunti di riflessione sull’opportunità di attivare nelle classi di lingua, secondo le indicazioni contenute nel Quadro comune europeo di riferimento per le lingue, specifici percorsi didattici finalizzati al conseguimento di abilità e strategie di mediazione linguistica. L’attività risulta centrale nei processi di insegnamento e apprendimento linguistico della L1 (italiano), della L2 (italiano come lingua seconda), delle LS (lingue moderne) delle LC (lingue classiche), interessandoli trasversalmente. L’obiettivo generale è quello di collegare la dimensione teorica del problema ai risvolti applicativi e di stabilire raccordi e canali di comunicazione percorribili tra discipline e pratiche didattiche che, generalmente vissute come distanti e separate, concorrono tutte all’educazione linguistica dell’allievo.
Al fine di tradurre in azione le finalità che il QCER esprime, la scheda propone un approccio plurilingue che metta l’accento sull’integrazione:
“man mano che l’esperienza linguistica di un individuo si estende dal linguaggio domestico del suo contesto culturale a quello più ampio della società e poi alle lingue di altri popoli (è indifferente che ciò avvenga per apprendimento scolastico o per esperienza diretta), queste lingue e queste culture non vengono classificate in compartimenti mentali rigidamente separati; anzi, conoscenze ed esperienze linguistiche contribuiscono a formare la competenza comunicativa, in cui le lingue stabiliscono rapporti reciproci e interagiscono”.
Si tratta di riconsiderare il ruolo della traduzione e delle attività di mediazione orale nell’apprendimento delle lingue moderne, di dare un impulso nuovo alla produzione di sommari, parafrasi e riformulazioni nei sillabi di lingua italiana, di ripensare – anche in senso metacognitivo – le pratiche traduttive ancora centrali nella didattica delle lingue classiche.