Parole in gioco
“Fuori da scuola, i bambini non hanno molti momenti di incontro, di gioco e di condivisione con i pari: per loro non è possibile giocare liberamente in mezzo alla strada, perché le strade sono troppo pericolose e questo li priva di un “campo di esperienza” importante, anche per lo sviluppo del linguaggio. Quando ero bambina io, l’incontro con gli amici per la strada diventava occasione di apprendimento informale. Eravamo soliti riunirci all’aperto e tra giochi che facevamo c’erano molti “giochi linguistici”, come l’alfabeto “farfallino”, che si formava raddoppiando tutte le vocali di una parola con l’aggiunta di una f interposta: per esempio, “a” diventava “afa”, “e” diventava “efe”, “i” diventava “ifi”, “o” diventa va“ofo” e “u” diventa “ufu”(quindi “ciao” diventa cifiafaofo). “
Il percorso didattico Parole in gioco, narrato dall’insegnante Paola Liparoto, è nato con la finalità di favorire e promuovere lo sviluppo delle competenze linguistiche e di simbolizzazione, ed in particolare per lavorare sulla consapevolezza metafonologica e sull’abilità visuo-spaziale correlate alla strutturazione spazio-temporale. La tecnologia è utilizzata come supporto alla metacognizione attraverso la realizzazione di un “libro digitale”.
Grado scolastico: Scuola dell’infanzia – sezione eterogenea 3, 4 e 5 anni
Campi di esperienza
I discorsi e le parole
Il bambino usa la lingua italiana, arricchisce e precisa il proprio lessico, comprende parole e discorsi, fa ipotesi sui significati; sperimenta rime, filastrocche, drammatizzazioni; inventa nuove parole, cerca somiglianze e analogie tra i suoni e i significati: ragiona sulla lingua, scopre la presenza di lingue diverse, riconosce e sperimenta la pluralità dei linguaggi, si misura con la creatività e la fantasia.