Alla scoperta dei determinanti. Una riflessione contrastiva fra italiano e inglese – Due percorsi per due livelli scolastici

Alla scoperta dei determinanti. Una riflessione contrastiva fra italiano e inglese – Due percorsi per due livelli scolastici

 
2009
 
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  • Argomenti: Italiano, Italiano L2, Linguistica
  • Progetto: Educazione linguistica e letteraria in un’ottica plurilingue (Poseidon)
  • Grado scolastico: Primo biennio, Secondaria di I grado, Secondaria di II grado
  • Tipologia: Progetto
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Alla scoperta dei determinanti. Una riflessione contrastiva fra italiano e inglese – Due percorsi per due livelli scolastici

Il lavoro che qui presentiamo è una proposta didattica che vuole rendere operative alcune recenti riflessioni teoriche di Colombo, di Marina e di Bondi Paganelli sui nodi fondamentali della categoria grammaticale dei determinanti in una prospettiva plurilinguistica.

Alla base della nostra riflessione stanno una serie di presupposti:
– gli studenti di qualunque ordine di scuola faticano – quando non falliscono del tutto – a mettere a confronto i due o tre sistemi linguistici di cui studiano le regole e i segni, cioè la grammatica, vivendoli come “materie” diverse;
– lo studio dell’italiano (come L1) è una riflessione “a posteriori”, visto che si è appresa tale lingua da piccoli, per imitazione, non certo a partire da un sistema di regole. È proprio su tale studio che si può costruire una “grammatica generale” di riferimento anche per lo studio delle lingue straniere e delle lingue classiche;
– diverso il caso degli stranieri che giungono in Italia in età scolare e per i quali l’apprendimento dell’italiano (L2) è “supportato” dalla riflessione sulla lingua. Inoltre questi studenti, che sognano e formulano pensieri nella loro lingua madre, si comportano nei confronti dell’italiano come i nostri studenti nei confronti di una lingua straniera: utilizzano maggiormente le strutture della lingua madre quando devono esprimere opinioni e idee più complesse. Importante è quindi l’osservazione delle interferenze linguistiche che dovrebbe fornirci preziose indicazioni sulla “lingua da insegnare” e sulle priorità;
– lo studio della grammatica, in genere, è vissuto passivamente dai ragazzi, come pura “materia” scolastica avulsa dal loro vissuto. Quello che si definisce “apprendimento”, invece di essere una trasformazione delle proprie conoscenze sulla base dell’esperienza, diventa un’acquisizione o un trasferimento di significati stabiliti a priori. Proprio per questo, spesso non vi è nei ragazzi la consapevolezza delle molteplici funzioni di tale studio.

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