“C’era una volta…” Lo cunto de li cunti da Giambattista Basile a Walt Disney

“C’era una volta…” Lo cunto de li cunti da Giambattista Basile a Walt Disney

 
2012
 
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  • Argomenti: Italiano
  • Progetto: Lingua, letteratura e cultura in una dimensione europea - Area italiano
  • Grado scolastico: Secondaria di I grado
  • Tipologia: Percorso didattico
  • Condizioni d'uso: Copyright © Indire
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“C’era una volta…” Lo cunto de li cunti da Giambattista Basile a Walt Disney

La risorsa sceglie la fiaba come strumento educativo nella prospettiva di un confronto tra la narrazione fantastica odierna, veicolata dal linguaggio cinematografico (come le trasposizioni filmiche di Walt Disney), e la scoperta della fonte narrativa quale espressione di un sostrato popolare europeo che, nella tradizione napoletana, ha il suo più noto rappresentante in Giambattista Basile e ne Lo cunto de li cunti overo lo trattenemiento de’ peccerille (1634-1636), più noto come Pentamerone (1674).
Le fiabe di Basile – La Gatta CennerentolaCagliusoPetrosinella, solo per citarne alcune – rappresentano un importante nucleo tematico che ritorna in raccolte successive e note della letteratura popolare europea, come I racconti di mia mamma l’Oca di Charles Perrault o le fiabe dei fratelli Grimm, che grande ruolo hanno avuto nel nutrire l’immaginario infantile. Gian Alessio Abbattutis, “maschera anagrammatica” di Basile, con cui firma le sue opere in dialetto, opera una scelta linguistica consapevole: sottrae la lingua napoletana al dominio esclusivo dell’oralità e fa de Lo cunto un importante esempio di letteratura riflessa.
A partire da queste osservazioni attorno al Pentamerone, la risorsa promuove la conoscenza del patrimonio dialettale della storia letteraria e si pone come obiettivo quello di far conoscere la varietà e la ricchezza idiomatica presente sul territorio (v. quanto riportato nelle Indicazioni nazionali) per superare eventuali condizionamenti pregiudiziali di inferiorità della lingua dialettale (v. Materiale di studio “Dialetti e altri idiomi d’Italia“, par. Pregiudizi sul dialetto). Utilizzando, inoltre, lo straordinario potere di trasformazione della tipologia fiabesca – come ha ben insegnato la “fantastica” di Gianni Rodari – l’attività costruisce un ambiente di apprendimento in veste ludica e laboratoriale che salvaguarda “la naturale disposizione dell’alunno al gioco e all’invenzione” (dalle Indicazioni nazionali).

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