Lo spingi e tira della fisica
Spesso, con studenti di fasce scolari diverse, dalle prime classi della secondaria di primo grado in su, mi è capitato di porli davanti a una banalissima esperienza che consiste nel lasciare cadere una palla. Una bella palla gialla di gomma piena, capace di un rumoroso impatto col pavimento e di un notevole rimbalzo. L’evento non deve passare inosservato. Ripresa la palla al primo rimbalzo chiedo ingenuamente: “perché la palla è caduta?”. Dopo un attimo di sbigottimento per una domanda così scioccamente semplice, segue l’invariabile risposta: “per la forza di gravità”. Io a questo punto esibisco l’aria più meravigliata e curiosa di cui dispongo e comincio a chiedere che cosa sia una forza, che cosa significa “gravità” e come fanno a saperlo, ecc.
Dopo un po’ capiscono il gioco e solitamente qualcuno interviene chiedendo di rimando: “ma lei che spiegazione dà!?”. “La palla cade perché cade”, è la mia laconica risposta. E dopo un attimo aggiungo che se vogliono possiamo cercare di capire le cose al di là dei nomi, essendo ben consapevoli che le nostre saranno sempre rappresentazioni, modelli, di una realtà pronta a riservarci continuamente delle sorprese.